“GLI INSCATOLATI”
Nella vita una persona può essere vincolata e posta nei termini e nelle forme più disparate:
classificati, schedati, giudicati; una brava ragazza, un criminale, un tipo da evitare, un fotografo.
Termini che in fondo aiutano a porre confini semplici a visioni e concetti probabilmente troppo
grandi per essere facilmente gestibili, a volte, banalmente, il bene e il male. Vincoli, confini, astratti
ed eterei nei limiti delle parole stesse in cui sono espressi. Qui invece troviamo la scatola, la scatola
di Leone , che per quanto possa essere una comune scatola di cartone, di quelle che trovate nei retro
dei supermercati, qui perde il suo ruolo di contenitore per diventare cornice nella cornice.
Infatti gli inscatolati, così come li chiama l’autore, non sono altro che i passanti, gli appassionati, gli
amici o i semplici curiosi che, per conoscenza o per caso, hanno concesso qualche minuto del loro
tempo libero alla crescita dell’opera.
A chiunque può capitare di incontrare Leone scattar foto ad una festa di paese, ad una sagra o ad un
evento mondano, a chiunque è concesso di farsi avanti e di chiudersi in scatola per poi raccontare
agli amici di quel breve e curioso momento particolare in cui si è contribuito alla realizzazione di
un’idea.
Così anche il passaparola diventa complice alla visione d’insieme contribuendo alla crescita
dell’opera; grazie agli inscatolati stessi e alla condivisione delle proprie foto diventa possibile
seguire quello che si è contribuito a far crescere anche solo in minima parte, in un grande
esperimento di arte sociale, arte fatta con le persone e dalle persone.
Un esperimento attuale insomma, che della modernità è figlio e che in eredità riceve la costante
crescita (che i maliziosi potrebbero chiamare incompletezza), l’intensa ricerca di semplicità e il
saper far leva sulla gente. Già, far leva, perché in fondo non è difficile identificare nelle motivazioni
del “volersi far inscatolare” anche quella scintilla di desiderio di notorietà che qualcuno quantificò
in un quarto d’ora e che qui invece misuriamo in scatole, di cartone.
E allora il Leone tentatore concede il peccatuccio di vanità, una cornice davanti alla macchina
fotografica entro cui vanno a muoversi personaggi catturati da ogni parte d’Italia e del mondo e a
cui si concede di raccontare un pezzetto della propria personalità per ritagliarsi un piccolo spazio in
un mare di scatole.
Ma abbiamo parlato di semplicità e qui per l’appunto non si richiedono abilità o capacità attrattive
particolari, perché la scatola è sì cornice, ma anche filtro focalizzatore di emozioni. Filtra lo sfondo
e filtra il resto dell’inscatolato togliendo libertà al soggetto per donarla all’osservatore.
Nessun furto, solo un equo scambio dove in cambio di un pezzetto di gloria il fotografo ottiene un
altro tassello per la propria, infinita, opera. L’artista come cacciatore di anime, un diavolo
ammaliatore: quello che si vanta del proprio carico di anime e di storie rubate
Street performance ( ovvero la fase 1: “L’inscatolamento”)
Giugno/Luglio 2011 : Varese, Peschiera del Garda, Occhiobello, Vicenza, Ravenna, Bassano del Grappa, Marina di Massa
Settembre 2011 : Busto Arsio “Dia sotto le stelle”
Gennaio/Febbraio 2012 : Los Angeles, San Francisco
Giugno 2012 : Londra ( in collaborazione gruppo POLAROIDERS)
Settembre 2012 : Busto Arsio “Dia sotto le stelle”
Dicembre 2012 : Berlino ( in collaborazione gruppo POLAROIDERS)
Giugno 2013 : Barcellona, Val d’Anniviers ( in collaborazione con Roberto Caielli fine art )
Settembre 2013 : Busto Arsio “Dia sotto le stelle”
Settembre 2014 : Bologna per “Usag”
Milano ( presso Radio Deejay)
Milano ( Salone del mobile e fuorisalone )
Sagre e feste di paese varie 2014/2021
TO BE CONTINUED…